Funerale civile o religioso?

Leggo su alcuni blog l’incertezza di tanti rispetto al supposto vincolo del funerale religioso cattolico. Molti sono convinti che le esequie in chiesa siano un obbligo, non una scelta. Avevo affrontato questo argomento qualche mese fa quando, durante una chiacchierata su alcuni aspetti giuridici delle ultime volontà, ho invitato la mia compagna a ripetere davanti ai suoi familiari il suo ferreo rifiuto, in un futuro che si spera essere molto lontano, del funerale religioso cattolico. La sua scelta suscitò opinioni che sfociarono nell’affermazione che il funerale religioso è un obbligo. Questo non è grave, è gravissimo, perché denota l’assoluta e imperdonabile ignoranza rispetto ai valori della nostra Carta costituzionale, alla laicità dello Stato e alla libertà di religione e da qualsiasi religione.

Per ovviare a ogni dubbio bisogna chiarire subito che la celebrazione del funerale religioso, ribadisco, di ogni religione, è una scelta. Nessuno può obbligare chicchessia, specialmente se il de cuius aveva disposto in tal senso, a celebrare il funerale con rito cattolico, ortodosso, buddista o induista. Nessuno può imporre che la salma del de cuius transiti in chiesa prima di essere tumulata in cimitero o che si svolga una qualsiasi forma di rito mistico funebre. Il cimitero, sia chiaro a tutti, non è di proprietà della Chiesa cattolica o di qualsiasi altra confessione religiosa. Quindi, sentire affermazioni del tipo:”non era credente non possono seppellirlo in cimitero”,  è di una gravità e ignoranza inaudita. A meno che non si voglia sostenere che il cadavere, degli atei e degli agnostici, debba essere conferito nell’apposito cassonetto riservato al materiale organico presso il centro ecologico comunale.

Per i dubbiosi si rimanda al d.p.r. 285 del 10 settembre 1990 e, per la Regione Sardegna, alla legge n. 32 del 2 agosto 2018. Per garantire appieno il diritto di ogni cittadino a onorare i propri cari defunti e sentire il conforto di amici e parenti, la Regione Sardegna (ma anche le altre 19) attribuisce ai comuni il compito di assicurare spazi pubblici idonei allo svolgimento delle esequie, dette sale di commiato, prive di qualsiasi ornamento religioso. Si tratta del cosiddetto funerale civile o laico che nei piccoli centri urbani, per carenza assoluta di strutture pubbliche, si svolge nell’abitazione del defunto, nelle tristissime sale mortuarie degli ospedali o in apposite sale locate per l’occasione. Non sono previste preghiere di alcun tipo, non ci sono riti particolari da rispettare, non c’è bisogno di un sacerdote e non ci sono oboli da pagare. E’ uno dei familiari, o un amico, che legge un breve discorso per rendere omaggio alla memoria del defunto, ogni partecipante può portare omaggi floreali e chiedere, se possibile, di dire due parole di commiato. Dopo questo abbraccio collettivo la salma viene trasportata al cimitero per la tumulazione.

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